Il progetto

Il Convegno Internazionale “E poi c’è chi ha le ali per volare”. Renato Poggioli 1963-2023 nasce nel contesto del progetto  “Renato Poggioli a 60 anni dalla morte”, ideato e coordinato da Bianca Sulpasso, supportato dal Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Il progetto, inoltre, si inserisce nel filone di ricerca del gruppo MeTE (Mediatori e Traduttori Europei).

Traduttore, comparatista, mediatore a tutto tondo, una “porta girevole” tra diverse letterature, Renato Poggioli (1907-1963) è stato vittima di un “fenomeno di dimenticanza”. Lasciata l’Italia fascista alla volta degli Stati Uniti, il suo esilio “volontario”, “più che letterario”, come Poggioli ebbe a scrivere a Vjačeslav Ivanov, si interrompe solo con la fondazione, assieme a Luigi Berti, della rivista “Inventario”, che rappresenta in qualche misura, per il mediatore, una “finestra sull’Italia”. Di lì a breve, tuttavia, un nuovo “esilio” lo attende, questa volta motivato dall’uscita dell’antologia da lui curata per Einaudi, Il fiore del verso russo (Torino, Einaudi, 1949), e a all’onda di dissenso nei suoi riguardi che ne seguì e il cui riflusso si estese ai rapporti di Poggioli con una certa compagine intellettuale negli anni Cinquanta. Ad essere criticato era “il canone antisovietico”: non si trattò di mere polemiche da rivista, effetti più che tangibili si fecero presto sentire: Einaudi depennò dalla programmazione della casa editrice il volume di Poggioli, già approvato, Teoria dell’arte d’avanguardia. Ancora oggi molti aspetti di Poggioli studioso, accademico e mediatore, sono da studiare e analizzare in modo sistematico.

Il progetto si propone, pertanto, di ricostruire le tante tessere mancanti con particolare attenzione per:

  • l’indagine archivistica;
  • la ricognizione dei lavori di russistica di Poggioli;
  • il Poggioli traduttore e l’impatto delle sue traduzioni nella letteratura italiana.

Il progetto coinvolge una rete di studiosi specialisti tra cui Giuseppe Ghini (Università di Urbino “Carlo Bo”), Cesare G. De Michelis (emerito Università di Roma Tor Vergata), Cristiano Diddi (Università di Roma “La Sapienza”), Mattia Acetoso (Boston College), Giuseppina Larocca (Università degli Studi di Macerata) e alcuni dottorandi come Stefano Fumagalli (Università Cattolica Sacro Cuore) e Sara Gargano (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”).

Negli ultimi anni sono stati dedicati a Poggioli lavori specifici che hanno indagato alcuni aspetti della sua attività di traduttore e studioso, tra cui il menzionato Renato Poggioli. An Intellectual Biography, R. Ludovico, L. Pertile, M. Riva (eds.), Firenze, Olschki, 2012; G. Ghini, Tradurre il ritmo del poeta. Puškin nelle “versioni ritmiche” di Poggioli, “Studi Slavistici”, II (2005), pp. 81-96; Id., The Metric Equivalent in Poggioli’s ‘Rhythmic Versions’ from Pushkin, Tjutchev, Pasternak, and Akhmatova, in Renato Poggioli. An Intellectual Biography, cit., pp. 89-101; A. Niero, Il fiore del verso russo di Renato Poggioli, visibilissimo traduttore, in Id., Tradurre poesia russa. Analisi e autoanalisi, Macerata, Quodlibet, 2019, pp. 107-183, B. Sulpasso, Il “Pasternak” di Renato Poggioli, inD. Poli (a cura di), In Limine. Frontiere e integrazioni, Roma, Il Calamo, 2019, pp. 629-651.

Ad oggi manca, tuttavia, una indagine complessiva dello studioso e del suo lascito, della sua interazione con intellettuali e scrittori russi e italiani e, in particolare, sono molti i materiali d’archivio ancora da analizzare. Tra questi, i documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Torino, l’Archivio Fondazione Carlo e Marise Bo, l’Archivio Ernesto e Maria Codignola (con particolare riferimento alla collaborazione di Poggioli con la rivista “Civiltà Moderna” diretta da Ernesto Codignola, l’Archivio Gaetano Salvemini (Istituto Storico della Resistenza, Firenze), la Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze (materiali sulla carriera accademica del giovane Poggioli), il Fondo Enrico Falqui, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, l’Archivio Maver, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, il fondo Renato Poggioli, conservato dalla figlia Sylvia Poggioli, i materiali d’archivio conservati presso la Houghton Library, Harvard.

Articolazione del progetto

Il progetto è articolato in tre fasi:

1) la prima fase è dedicata alla ricognizione archivistica, all’analisi e alla mappatura della corrispondenza e di
altri materiali d’interesse. In un primo momento la ricerca verrà effettuata in Italia, nei seguenti archivi:

  • Il fondo Renato Poggioli (Roma)
  • I materiali dell’archivio Einaudi (Archivio di Stato di Torino), nello specifico: Serie Corrispondenza con autori italiani, cartella 163, fasc 2455, Renato Poggioli (694 fogli, anni 1935- 1963); Ivi, cartella 145, fasc. 2207, Nordio Poggioli Renata (49 fogli, anni 1938-1969), include corrispondenza relativa alla pubblicazione postuma di R. Poggioli, Pianeti della fortuna; Ivi, cartella 115, fasc. 1716, Liberovici Sergio e Straniero Michele (738 fogli, anni 1958- 1980), include carteggio in ordine alla concessione dei diritti di riproduzione alle edizioni musicali Italia Canta di poesie e filastrocche tratte da R. Poggioli, Il fiore del verso russo; Ivi, cartella 174, fasc. 2577, Ripellino Angelo Maria, foglio 94, parere di lettura su R. Poggioli, La fenice dell’anima; Serie Recensioni, cartella 127, fasc. 1764, Il fiore del verso russo (recensioni degli anni 1949-1973);
  • Archivio Fondazione Carlo e Marise Bo;
  • Archivio Ernesto e Maria Codignola, Scuola Superiore Normale di Pisa;
  • Archivio Gaetano Salvemini (Istituto Storico della Resistenza, Firenze);
  • Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze;
  • Fondo Enrico Falqui, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma;
  • l’Archivio Maver, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

In un secondo momento verranno invece analizzati i materiali d’archivio conservati negli Stati Uniti, e nello specifico:

  • L’archivio personale di Renato Poggioli (conservato dalla figlia, Sylvia Poggioli);
  • I materiali d’archivio conservati presso la Houghton Library, Harvard.

2) Alla ricognizione del materiale archivistico si affianca l’organizzazione del convegno qui presentato (Mettere il titolo) , il convegno è momento di riflessione, condivisione e disseminazione dei risultati della ricerca.

3) Una terza fase del progetto prevede la pubblicazione di volumi dedicati a Renato Poggioli: dalle corrispondenze, ai saggi del Poggioli russista, in modo particolare quelli pubblicati su rivista oggi difficilmente accessibili, in modo tale da rendere fruibile la sua preziosa attività di studioso.

Obiettivi
l progetto si prefigge di ricostruire non solo l’attività di Poggioli ma anche, tramite lo studioso, una pagina importante della storia dei rapporti culturali tra Russia e Italia e della conoscenza del mondo russo e sovietico. Obiettivi primari della ricerca sono:

  • Un approfondimento della figura di Poggioli e del suo lascito;
  • Una più approfondita e articolata indagine dei rapporti tra Russia e Italia e della ricezione della letteratura e cultura russa in Italia mondo russo in Italia attraverso le corrispondenze di Poggioli con intellettuali italiani e russi;
  • La pubblicazione di testi inediti.

Risultati attesi

Lo studio sistematico di Renato Poggioli permetterà di ricostruirne nella sua interezza la figura di mediatore culturale.

La mappatura di archivi e fondi permetterà di ricostruire in modo più organico e strutturale la storia della conoscenza non solo del Poggioli russista e slavista, ma dei rapporti tra Russia e Italia in quegli anni.

L’analisi, lo studio e la pubblicazione delle corrispondenze rappresenterà una banca dati utile non solo per gli studiosi di letteratura russa, ma anche per gli studiosi di letteratura italiana e comparata.