Abstract

Cesare G. De Michelis – Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Renato Poggioli, una presenza assente nella slavistica italiana
Esponente della ‘seconda ondata’ della slavistica italiana (dopo la generazione dei ‘pionieri’, Ettore Lo Gatto e Giovanni Maver), Renato Poggioli è stato il più rilevante interprete italiano di letteratura russa tra le due guerre, ed anche un colto e raffinato critico letterario, studioso di letterature comparate. Ma la sua attività italiana s’interruppe con l’emigrazione negli USA nel 1938, e il suo nome è rimasto legato soprattutto allo scontro ideologico innescato dal suo volume antologico della poesia russa uscito da Einaudi nel 1949 (Il fiore del verso russo) stigmatizzato negli ambienti del PCI del tempo come “il fiore avvelenato”: ma la sua attività intellettuale, la sua ricerca slavistica e teorica, ha avuto una presenza in Italia dagli anni ’30 fino alla scomparsa (1963).
Cesare G. De Michelis – Tor Vergata University of Rome

The Absent Presence of Renato Poggioli within the Field of Slavic Studies in Italy
Renato Poggioli, an outstanding figure representative of the second wave of the history of Slavic Studies in Italy (following the generation of pioneers such as Ettore Lo Gatto and Giovanni Maver), has been the most significant Italian scholar of Russian literature, as well as a refined literary critic and expert in comparative literature, between the two wars. Poggioli’s Italian activity was interrupted by his relocation to the US in 1938, and his name is often associated with the ideological debate caused by his volume on Russian poetry published in 1949 by Einaudi (Il Fiore del Verso Russo), renamed within the communist circles by the derogatory expression “the poisoned flower”. Despite this background, in Italy his intellectual activity and research in the field of Slavic Studies has had an important impact up to his death in 1963.
Stefano Garzonio – Università di Pisa

Renato Poggioli e la poesia russa dell’Ottocento. Analisi, interpretazione e traduzione
Renato Poggioli fin dalla raccolta La violetta notturna si è concentrato in modo particolare sulla poesia russa del Novecento. Tuttavia come testimoniano i numerosi interventi critici e le traduzioni e, in particolare, la sezione “Antecedenti” della raccolta Il Fiore del Verso Russo, si è cimentato anche nello studio dei poeti precedenti al modernismo. Nella mia comunicazione ho intenzione di fornire dati sull’originalità dell’approccio di Poggioli alla poesia classica russa non senza affrontare alcune spinose questioni relative alla resa italiana dei testi e dei loro complessi sottotesti.
Stefano Garzonio – University of Pisa

Renato Poggioli and 19th-Century Russian Poetry: Analysis, Interpretation, and Translation
Starting with the publication of the anthology “La violetta notturna”, Renato Poggioli demonstrated a particular interest in 20th-century Russian poetry. However, numerous critical reviews, translations, and notably the “Antecedenti” section of the collection “Il fiore del verso russo”, also reflect his involvement in the study of pre-modernist poets. In my presentation, I shall discuss the originality of Poggioli’s approach to classical Russian Poetry, while also addressing some of the issues related to his Italian rendering of the texts and their intricate subtexts.
Alessandro Niero – Università di Bologna

Attualità metrica di Poggioli
L’intervento mira a riconsiderare il lascito di Poggioli sul fronte metrico, partendo dal rapporto, cospicuamente instaurato da Poggioli stesso ne Il fiore del verso russo tra metri “russi” e metri “italiani”, passando per il lavoro di Giovanni Giudici sull’Evgenij Onegin, per approdare sempre all’Onegin di Giuseppe Ghini e a un altro esempio recente di una giovane slavista.
Alessandro Niero – University of Bologna

Poggioli’s Metrical Actuality 
This presentation attempts at assessing Poggioli’s contribution to the study of metrics, beginning with the relationship between “Russian” and “Italian” poetic meters as found in his anthology Il fiore del verso russo to then move to the Italian translations of Pushkin’s Onegin by Giovanni Giudici and Giuseppe Ghini, and finally to a more recent rendering by a young Slavic scholar.
Cristiano Diddi – Sapienza Università di Roma

“Un’impresa da non pigliare a gabbo…”: note sull’edizione einaudiana di Slovo o polku Igoreve
Fin dal suo esordio nella slavistica, Renato Poggioli si cimenta come traduttore e interprete di autori e testi del periodo modernista. La versione italiana del Cantare della gesta di Igor è una delle sue rare incursioni nella letteratura medievale e si distingue per spessore e qualità nell’ambito di un’operazione editoriale senza dubbio all’avanguardia per l’epoca: essa si pone, tra l’altro, all’origine di una lunga serie traduttiva, determinando per molti versi la ricezione non solo dell’opera in questione, ma di un intero genere della tradizione anticorussa, come mostra la successiva resa italiana di altri testi epico-narrativi medievali. L’intervento intende offrire alcuni ragguagli sulla genesi dell’edizione e sulle qualità formali della traduzione.
Cristiano Diddi – Sapienza University of Rome

“Un’impresa da non pigliare a gabbo…” Some Notes on the Edition of Slovo o polku Igoreve by Einaudi
Since the beginning of his career, Poggioli undertook translation and interpretation of modernist authors and texts. Not only is his rendering of Cantare della Gesta di Igor (English The Tale of Igor’s Campaign), edited by Einaudi, a rare example of Poggioli’s attempt at tackling medieval literature, but it also calls attention for its exceptional quality and thoroughness, especially when taking into account the whole pioneering editorial project pursued by the publisher. This marks, in fact, the beginning of a long series of translations, which had a strong impact on the reception of the text and more broadly of Russian ancient literary tradition as a genre, as subsequent Italian translations of medieval epics and narrative works attest. This talk tries to provide some insights on the history behind the edition by Einaudi and some of the features of Poggioli’s translation.
Justin Weir – Harvard University

Poggioli on Tolstoy and Realism
This paper examines Poggioli’s recurring interpretations of Tolstoy with a particular emphasis on the role biography plays. Although realism is often the stated goal of the essays, the paper argues, Poggioli’s view of Tolstoy adumbrates a particular view of modern literature. A focus is on the, sometimes slight, changes to key essays as they were published at different times.
Justin Weir – Harvard University

Poggioli on Tolstoy and Realism
This paper examines Poggioli’s recurring interpretations of Tolstoy with a particular emphasis on the role biography plays. Although realism is often the stated goal of the essays, the paper argues, Poggioli’s view of Tolstoy adumbrates a particular view of modern literature. A focus is on the, sometimes slight, changes to key essays as they were published at different times.
Giuseppina Larocca – Università di Macerata

Renato Poggioli su Ivan Turgenev
Sebbene nella produzione di Renato Poggioli dedicata all’Ottocento russo uno spazio rilevante sia occupato dagli studi su Puškin, Gogol’, e soprattutto Dostoevskij e Tolstoj, non manca dagli esordi un’attenzione verso l’opera di Turgenev. Dalle recensioni delle prime traduzioni italiane fino agli articoli sul realismo scritti negli anni Cinquanta l’autore di Padri e figli è considerato scrittore chiave del XIX secolo. L’analisi dell’opera turgeneviana da parte di Poggioli avviene in un contesto – quello italiano – in cui Turgenev viene riscoperto gradualmente solo dopo l’esperienza de “La Voce” degli anni Dieci. Sarà la monografia Ivan Turghenjev (1930) di Enrico Damiani a riabilitare Turgenev dopo il duro giudizio di Ardengo Soffici che nel 1922 lo definisce “un autore pochissimo rappresentativo, né russo, né occidentale”. Alla luce di questo panorama il contributo intende discutere l’approccio attraverso cui Poggioli indaga la dimensione turgeneviana rispetto a quella dei prosatori a lui coevi.
Giuseppina Larocca – University of Macerata

Renato Poggioli on Ivan Turgenev
Notwithstanding within Renato Poggioli’s work on 19th century Russian literature a special place is occupied by Pushkin, Gogol, Dostoevskii, and Tolstoi, it is interesting to observe the scholar’s early attention to Turgenev. From the reviews of the first Italian translations up to the articles on Realism, the Russian author of Fathers and Sons is considered as a key figure of 19th century literary production. In terms of the Italian background, Poggioli’s work on Turgenev goes in tandem with the experience of literary journal La Voce of the 1910s. Notably, it will be the monograph Ivan Turghenjev (1930) by Enrico Damiani to give credit to the Russian author and bring some attention to his contribution, especially after the harsh verdict expressed by Ardengo Soffici, who, in 1922, defines him as “an author neither Russian nor Western, thus not representative at all”. Given this context, my talk will discuss Poggioli’s approach to Turgenev in comparison to other contemporary writers.
Ornella Discacciati – Università degli Studi di Bergamo

L’arte di Renato Poggioli: la critica italiana e Ivan Bunin
Parafrasando un celebre saggio di Poggioli intitolato L’arte di Ivan Bunin, il mio intervento si prefigge di analizzare la lettura critica proposta dall’autore in merito a uno degli scrittori paradossalmente meno amati e meno letti del Novecento russo. Nonostante il Premio Nobel, ricevuto nel fatidico 1933, Ivan Bunin resta un gigante poco apprezzato dal largo pubblico e alieno a riscoperte da parte del mondo editoriale nei decenni a venire. Le ragioni sono almeno parzialmente individuate nel saggio di Renato Poggioli e meritano una rilettura che potrebbe instillare nuove domande e aprire nuove prospettive critiche.
Ornella Discacciati – University of Bergamo

Renato Poggioli’s Art: Italian Critics and Ivan Bunin 
By looking at the well-known essay entitled The Art of Ivan Bunin, my paper aims to analyze the critical perspective offered by Poggioli on one of the most neglected and little loved authors of 20th-century Russian literature. Despite the significant achievement of the Nobel Prize won in 1933, Ivan Bunin remained relatively disregarded by the publishing world over the following decades⎯ and continues to be largely unappreciated by the public to these days. In his essay, Renato Poggioli identifies some of the reasons, which I argue call for a better reading as they could generate new questions and critical approaches.
Marina Ciccarini – Università degli Studi di Roma Tor Vergata

“Sciarada, sfinge, medusa”: Poggioli e l’utopia del dramma polacco
Scopo di questo intervento è commentare un breve saggio di Renato Poggioli, pubblicato nel 1938 e intitolato Wyspiański o l’utopia del teatro polacco, nel quale lo studioso analizza la drammaturgia dello scrittore polacco, scomparso prematuramente nel 1907 e considerato in patria il fondatore del teatro moderno. L’enigmaticità e la singolarità dell’opera di Wyspiański spingono Poggioli, sullo sfondo della tradizione romantica e ponendo un accento particolare sul genere del ‘poema drammatico’ polacco definito “ibrido e turbolento”, ad una disamina critica dell’idea di teatro e di messa in scena, del mistero e della forza propulsiva del dramma e della tragedia.
Marina Ciccarini – Tor Vergata University of Rome

“Sciarada, sfinge, medusa”: Poggioli and the Utopia of Polish Drama
My talk focuses on a brief essay, published in 1938 and entitled Wyspiański o l’utopia del teatro polacco, where Renato Poggioli investigates the Polish writer’s dramatic compositions. The playwright who died suddenly in 1907, is considered the founder of modern theatre and one of the most outstanding and multifaceted artists of his time in Poland. Before his eclectic artistic output and against the background of the Romantic tradition, Poggioli emphasizes the genre of Polish dramatic poem defined as “hybrid and tumultuous” by drawing attention to the idea of theatre, the mystery, and the power of the performative act, drama and tragedy.
Carla Francellini – Università di Siena

Utopia e ideale pastorale in The Oaten Flute di Renato Poggioli
L’intervento intende gettare luce sulla ricerca condotta da Poggioli sul genere pastorale alla luce dei saggi pubblicati nel volume postumo The Oaten Flute (1975) a cura di Bartlett Giamatti. Aprendo nuove prospettive agli studi critici su questo genere, il critico intuisce, infatti, le potenzialità dello stesso anche nella produzione letteraria moderna e postmoderna statunitense.
Carla Francellini – University of Siena

Utopia and the Pastoral Ideal in Renato Poggioli’s The Oaten Flute
This contribution aims to examine Poggioli’s groundwork on the pastoral genre as found in his essays published in the posthumous volume The Oaten Flute (1975), edited by Bartlett Giamatti. I shall argue that Poggioli opened up new research perspectives on the genre, thereby demonstrating his pioneering vision of the potential thematic interest within the broader modern and postmodern American literature.
Paolo Bugliani – Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Renato Poggioli e le radici romantiche della letteratura Modernista
Nella sua fondamentale opera Teoria dell’arte d’avanguardia, Poggioli ribadisce la genesi romantica di tale movimento artistico, in opposizione alle idee correnti che volevano codificare il momento delle avanguardie come un episodio di rottura decisa con gli stilemi ottocenteschi. Ciò facendo Poggioli si inseriva in una linea di pensiero che aveva annoverato tra i suoi protagonisti critici come M. H. Abrams e F. Kermode, e che avrebbe continuato a fiorire nei decenni successivi attraverso i contributi di Harold Bloom, Isaiah Berlin e molti altri. In ambito italiano, Poggioli si trovava in linea con le visioni critiche di Mario Praz, studioso tra i pochi, come del resto Poggioli stesso, a possedere una fama veramente internazionale. Obiettivo di questa mia comunicazione sarà illustrare non solo la posizione critica di Poggioli, ma anche inserirla in un contesto internazionale più ampio, e illustrare come essa possa aver influenzato gli sviluppi ulteriori nel vivace studio delle eredità romantiche dei modernismi europei.
Paolo Bugliani – Tor Vergata University of Rome

Renato Poggioli and the Romantic Roots of Modernist Literature 
In his seminal work “The Theory of the Avant-Garde”, Poggioli reiterates the Romantic origins of modernism, departing from mainstream positions defining the Avant-garde as a definitive breakpoint from 19th-century literature. In doing so, Poggioli took the same stance as critical figures like M. H. Abrams and F. Kermode did, and which later will include contributions by Harold Bloom, Isaiah Berlin, and many others. In respect to the Italian context, Poggioli’s views were in line with Mario Praz’s – one of the few Italian scholars to also be internationally known, like Poggioli himself. The purpose of my presentation is to investigate Poggioli’s critical perspective and contextualize it within the broader international scene. This analysis demonstrates how his ideas have influenced the development of the study of Romantic legacy within European modernisms.
Flavia Di Battista – Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Renato Poggioli e la letteratura tedesca: il caso Novalis
Nel vasto bagaglio di interessi di Renato Poggioli, la letteratura tedesca occupa uno spazio defilato rispetto ad altre da lui più intensamente frequentate e mediate, ma non per questo poco degno di studio. Col mio intervento intendo in primo luogo delineare brevemente le caratteristiche generali del confronto di Poggioli con gli autori germanofoni, inquadrandole nel più ampio orizzonte del transfer italo-tedesco del Novecento. In tal senso, Poggioli risulta già nei primi anni della sua attività impegnato su due filoni della ricezione della letteratura tedesca in Italia, che, pur con inevitabili sovrapposizioni, facevano capo a zone diverse del campo letterario: da un lato quello “romanzesco-milanese” – si pensi alla traduzione di Roth, ma anche alle recensioni a Thomas Mann, che avvicinano Poggioli al raggio d’azione di una figura come Lavinia Mazzucchetti – e dall’altro quello “poetico-fiorentino”. Su quest’ultimo, e in particolare sul Novalis a cui Poggioli si dedicò già negli anni Trenta e poi con rinnovato entusiasmo nel dopoguerra fino alla pubblicazione nel 1960 della raccolta di Inni alla notte e Cantico dei morti (Einaudi), mi concentrerò per evidenziare i punti di contatto e le divergenze rispetto a una tradizione molto rilevante per i letterati italiani novecenteschi collocabili in quello che Pierre Bourdieu ha chiamato “polo di produzione ristretta”. L’opera di Novalis, infatti, fu un terreno su cui si esercitarono in veste di interpreti e traduttori, tra gli altri, Giuseppe Prezzolini, Augusto Hermet, Vincenzo Errante, Leone Traverso, Tommaso Landolfi e Giovanna Bemporad.
Flavia Di Battista – Tor Vergata University of Rome

Renato Poggioli and German Literature: The Case of Novalis
In respect to Renato Poggioli’s broad range of interests, it is interesting to observe that German literature occupies somehow a secondary position. In my contribution, I examine Poggioli’s approach to Germanophone authors, firstly by contextualizing it within 20th-century Italian-German literary “transfer”. Since the earlier years of his career, Poggioli was active on two distinct parallel levels concerning the reception of German literature in Italy: the “Novelistic-Milanese” side – see for instance his translations of Roth and his reviews of Thomas Mann, bringing him close to the work done by the accomplished Germanist Lavinia Mazzucchetti – and the “Poetic-Florentine” side. I focus on the latter and more particularly on Novalis, whom Poggioli devoted his attention to in the 1930s and in the post-war era, with a renewed enthusiasm that culminated in the publication of “Inni alla notte and Cantico dei morti” (1960). I investigate the points of convergence and divergence in respect to a considerably relevant tradition for Italian literary scholars, which can be described by Bourdieu’s notion of the “field of restricted production”. Novalis’ literary production served as a basis for work of interpretation and translation, attracting figures such as Giuseppe Prezzolini, Augusto Hermet, Vincenzo Errante, Leone Traverso, Tommaso Landolfi, and Giovanna Bemporad.
Pedro Luis Ladrón de Guevara Mellado – Universidad de Murcia

Renato Poggioli diffusore in Italia della cultura spagnola in esilio: il rapporto speciale con Jorge Guillén anche attraverso le lettere alla figlia Teresa
Renato Poggioli conosceva l’edizione di Cantico di Jorge Guillén già dal 1930. Tuttavia, è solo nel 1938, quando entrambi si trovano in America, che comincia l’amicizia. Poggioli trova nella rivista «Inventario», di cui è cofondatore, il mezzo per diffondere gli scrittori spagnoli in esilio e li mette in contatto con la casa editrice Lerici e con Vanni Scheiwiller, quest’ultimo pubblica quasi tutte le edizioni di Guillén in Italia e il libro de Pedro Salinas «Volverse sombras y otros poemas» con un «Ricordo di Renato Poggioli». Le lettere alla figlia Teresa Guillén completano il rapporto d’amicizia fra i due.
Pedro Luis Ladrón de Guevara Mellado – University of Murcia

Renato Poggioli as a Promoter of Spanish Exile Culture in Italy: Poggioli’s Relationship with Jorge Guillén through the Correspondence with his Daughter Teresa                                           
Despite Poggioli had been familiar with the edition of Cántico by Jorge Guillén since 1930, he met and developed his friendship with the author only in 1938, when both were living in the United States. The journal “Inventario” – which he had co-founded – became for Poggioli a means to make Spanish writers in exile known in Italy, connecting them with publishers such as Lerici and Vanni Scheiwiller. The latter published nearly all of Guillén’s works in Italy, as well as Pedro Salinas’ “Volverse sombras y otro poemas”, which includes “Remembering Renato Poggioli”. I shall argue that Poggioli’s letters to Teresa Guillén shed light on the relationship between the two intellectuals.
Monica Lucioni Università Cattolica del Sacro Cuore Sorbonne Université

“A work in progress that takes its title and cue from l’automne des idées”: Renato Poggioli e la Décadence francese
Il contributo ha per oggetto tre saggi pubblicati da Renato Poggioli tra il 1959 e il 1962 (“Qualis Artifex Pereo! or Barbarism and Decadence”; “The Autumn of ideas”; “Decadence in Miniature”), pensati dall’autore come parte di un lavoro più ampio, dedicato alla nozione di “decadence in modern Western culture” e intitolato The Autumn of ideas, a partire da un verso del celebre sonetto “L’Ennemi” delle Fleurs du mal. L’intervento intende evidenziare come le forme della Décadence francese, e la sua evoluzione, costituiscano, da un punto di vista critico, una costante nei tre testi, che spaziano dal rapporto tra “decadenza e barbarie” nella poesia di Konstantinos Kavifis e Valerij Brjusov alla neo-decadenza “in miniatura” di Michail Kuzmin, Hugo von Hofmannsthal e Guido Gozzano. In particolare, si mostrerà come l’analisi della poesia baudelairiana “L’Ennemi” sia, insieme all’autumn of flesh di W.B. Yeats, il nucleo riflessivo dell’indagine di Poggioli, punto di partenza dell’intero studio sull’automne des idées europeo.
Monica Lucioni Catholic University of the Sacred Heart Sorbonne University

“A work in progress that takes its title and cue from l’automne des idées”: Renato Poggioli and the French Décadence
This presentation focuses on three essays published by Renato Poggioli between 1959 and 1962 (“Qualis Artifex Pereo! or Barbarism and Decadence”; “The Autumn of Ideas”; “Decadence in Miniature”). These were conceived by the author as part of a larger work dedicated to exploring the concept of “decadence in modern Western culture” and entitled “The Autumn of Ideas”, named after a line from the sonnet “L’Ennemi from Fleurs du mal”. The purpose of my contribution is to emphasise how the various aspects of French Décadence form a recurring theme in the three texts, which range from the relationship between “decadence and barbarism» in Konstantinos Kavafis’ and Valery Bryusov’s poetry to the neo-decadence «in miniature» in the works by Mikhail Kuzmin, Hugo von Hofmannsthal, and Guido Gozzano. I shall argue that the study of Baudelaire’s poem “L’Ennemi” and Yeats’s “autumn of flesh” are not only at the center of Poggioli’s reflection but also function as the point of departure for his comprehensive investigation of European automne des idées.
Roberto Ludovico – University of Massachusetts Amherst

“Tarde non furon mai grazie divine”. Renato Poggioli e la Einaudi tra Pavese e Calvino
Sono note le polemiche ideologiche sorte intorno alla pubblicazione del Fiore del verso russo di Renato Poggioli presso la casa editrice Einaudi nel 1949. L’esplicito anticomunismo di Poggioli fu infatti una delle cause della sua marginalizzazione all’interno della cultura letteraria italiana del dopoguerra, a cominciare dall’annullamento del progetto di pubblicazione, sempre da parte di Einaudi, della Teoria dell’arte d’avanguardia. Il nome di Poggioli rimane quasi completamente assente dalle cronache letterarie italiane del Novecento anche a dispetto del suo impegno nella pubblicazione, al fianco di Luigi Berti, della rivista «Inventario», anche essa recepita come fuori tempo rispetto al dibattito della letteratura militante italiana degli anni della ricostruzione. I termini e i motivi dello scetticismo nei confronti della rivista e più in generale del lavoro critico di Renato Poggioli sono evidenti dalla corrispondenza tra Poggioli, Berti, e i principali rappresentanti del dibattito culturale di quegli anni: Pavese, Vittorini, lo stesso Giulio Einaudi, fino a Calvino, erede del ruolo di Cesare Pavese nella Casa Editrice. Tuttavia, da una lettura attenta del carteggio inedito tra Poggioli e Calvino non può passare inosservata l’intesa che tra i due andava creandosi, soprattutto dopo il primo viaggio di Calvino negli Stati Uniti del 1959-60, in occasione del quale fu ospite di Poggioli ad Harvard ben due volte. Dopo il ritorno di Calvino in Italia, Poggioli ebbe in lui un nuovo interlocutore presso la casa editrice, pronto ad andare oltre le compartimentalizzazioni ideologiche d’impronta comunista, ed interessato a prospettive critiche e forme letterarie che superassero i canoni del neorealismo. La morte di Poggioli, purtroppo, sopraggiunse inattesa nel 1963 prima che i risultati dell’intesa col Calvino scrittore maturo ed influente editore potessero prendere una forma concreta.
Roberto Ludovico – University of Massachusetts Amherst

“Tarde non furon mai grazie divine” Renato Poggioli and Einaudi publishing house between Pavese and Calvino
The ideology-motivated controversy caused by Einaudi’s publication of Il fiore del verso russo in 1949 are well known. Poggioli’s open anticommunism was indeed one of the reasons that lead to his marginalization within the post-war Italian literary culture, beginning with Eianudi’s backtracking on the commitment to publish the Teoria dell’arte d’avanguardia right after Il fiore del verso russo. Poggioli’s name is almost completely missing from the Italian twentieth century literary discourse, despite his dedication (together with Luigi Berti) to the publication of the literary journal «Inventario», often perceived as out-of-step with the politically engaged literary debate of the post-war years. The reasons for the skepticism toward «Inventario» and in general toward Poggioli’s work emerges from the letters Poggioli exchanged with Berti, as well as with some of the major literary figures of that era in Italy: Pavese, Vittorini, Giulio Einaudi himself, and eventually Calvino, who in a sense inherited Pavese’s role at the Einaudi publishing house. Nonetheless, from a close reading of the unpublished correspondence between Calvino and Poggioli, it appears that the two were getting significantly closer, particularly after Calvino’s trip to the US in 1959-60, when twice he was Poggioli’s guest at Harvard. After his return to Italy, Calvino became Poggioli new point of reference at the publishing house. He demonstrated to be able to overcome the ideologic barriers posed by the communist doctrine, and to be interested in literary forms that went beyond neo-realism. Poggioli’s death, unfortunately, arrived prematurely in 1963 before the growing mutual understanding with Calvino – now a mature writer and influent editor – could generate all its potential outcomes.
Mattia Acetoso – Boston College

Renato Poggioli: uno sguardo atlantico sul Novecento italiano
Renato Poggioli ebbe un ruolo centrale nello studio e nella diffusione della letteratura italiana negli Stati Uniti, grazie anche ad un forte rapporto con la coeva cultura italiana. Sin dall’immediato dopoguerra, Poggioli coltivò una fitta rete di relazioni con alcuni protagonisti del Novecento italiano: questa presentazione intende offrire una panoramica di tali scambi epistolari, sulla base dei carteggi dello studioso conservati presso l’Archivio Poggioli a Roma. In queste lettere Poggioli e i suoi interlocutori discutono di questioni letterarie e personali, sullo sfondo dell’incertezza geopolitica del dopoguerra, esprimendo speranze e turbamenti relativi al futuro della cultura e dell’umanità nei primi anni della guerra fredda. In primo luogo, si intende offrire una testimonianza diretta del costante scambio epistolare tra una delle voci più originali e innovative della diaspora intellettuale del secolo scorso con la sua cultura d’origine. In secondo luogo, si vuole mettere in evidenza lo sforzo inesausto intrapreso da Poggioli nel riconsiderare la cultura italiana attraverso una prospettiva che lui stesso definisce “atlantica”.
Mattia Acetoso – Boston College

Renato Poggioli: An Atlantic Perspective on 20th-Century Italy
Renato Poggioli played a key role in advancing the interest and study of Italian literature in the United States, also thanks to his thorough connection with key actors of coeval Italian culture. Since the end of World War II, Poggioli cultivated a dense network of relationships with some pivotal figures of 20th -century Italy: this presentation aims to provide an overview of these exchanges by exploring the scholar’s correspondence which is housed in the Poggioli Archive in Rome. In these letters and against the background of post-war geopolitical uncertainties, Poggioli and his interlocutors discuss both literary and personal matters, voicing hopes and anxieties as to the future of culture and humanity during the early Cold War era. While on the one hand I intend to offer a direct account of the ongoing dialogue between one of the most original voices of last century’s Italian intellectual diaspora and other thinkers in his country of origin, on the other hand I shall emphasise his attempt to approach Italian culture from a perspective which he described as “Atlantic”.
Marta Fabrizzi – Ricercatrice indipendente

Renato Poggioli. Un intellettuale in fuga e la nascita di «Inventario» nella corrispondenza con Luigi Berti (1931-1946)
L’intervento intende ripercorrere, attraverso il carteggio finora inedito con Luigi Berti, le complesse vicende editoriali che portarono alla nascita della rivista internazionale «Inventario». Intende inoltre restituire l’importanza del contributo che Poggioli ha dato alla cultura del Novecento e alla diffusione della letteratura italiana in America.
Marta Fabrizzi – Independent researcher

Renato Poggioli: A Fugitive Intellectual and the Birth of “Inventario” through the Correspondence with Luigi Berti (1931-1946)
By analysing the unpublished correspondence with Luigi Berti, this paper retraces the complex publishing and editorial journey that characterises the founding of the international journal “Inventario”. It also aims to shed light on the important contribution made by Poggioli to 20th century culture and to the appreciation of Italian literature in the United States.
Giuseppe Ghini – Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

“Parlami di letteratura…” Renato Poggioli scrive a Carlo Bo
Il fondo epistolare di Renato Poggioli presente nell’Archivio Urbinate collegato alla Fondazione Carlo e Marise Bo presenta 70 lettere e cartoline postali di Poggioli. Se si escludono le ultime 5 lettere, tutte le altre appartengono agli anni Trenta, il periodo in cui un giovanissimo ma già maturo Poggioli si affaccia prepotentemente sulla scena culturale italiana. Oltre a rappresentare una documentazione talora toccante della vita dei due giovani studiosi, le lettere presentano una nuova testimonianza, quella di Poggioli, appunto, sulla vita culturale fiorentina del periodo dei caffè letterari – Le Giubbe Rosse e il Caffè San Marco – con l’ingresso ufficiale del giovane slavista nel circolo di “Solaria” e la straordinaria attività che lo porta a introdurre in Italia poeti come Mandel’štam, Achmatova, Pasternak. Lo spoglio delle lettere permette altresì di ricostruire tasselli importanti e non tutti conosciuti della biografia intellettuale di Poggioli: la sua attività di poeta, la sua vocazione originariamente comparatista, la sua passione “esistenziale” per la letteratura, rivelatrice di quella concezione che Bo, in un articolo del 1938, definì «letteratura come vita».
Giuseppe Ghini – University of Urbino “Carlo Bo”

“Parlami di letteratura…” Renato Poggioli’s Letters to Carlo Bo 
Renato Poggioli’s correspondence archive housed in the “Archivio Urbinate” (connected to the Carlo and Marise Bo Foundation) comprises 70 letters and postcards addressed to Carlo Bo. Except the final five, all the letters date back to the 1930s, that is to say the period when a young yet already accomplished Poggioli made his debut into the Italian cultural scene. In addition to providing a window into the two scholars’ personal lives, these documents provide Poggioli’s firsthand account of the vibrant cultural life in Florence at the time of literary cafes like Le Giubbe Rosse and Caffè San Marco. The letters shed light on the young scholar’s first steps into the “Solaria” circle and his exceptional pursuits and efforts, which enabled him to introduce poets such as Mandelstam, Akhmatova, and Pasternak in Italy. An analysis of these letters makes it possible to bring to light overlooked elements of Poggioli’s intellectual life: his activity as a poet, his strong interest in comparative studies, and his deep, existential fascination for literature, exemplified by the concept “literature as life” suggested by Bo in a paper in 1938.
Stefano Fumagalli – Università Cattolica del Sacro Cuore

“Il giornale non d’un soldato, ma del mio io in uniforme”: annotazioni preliminari sui “diari” di Renato Poggioli
L’obiettivo dell’intervento è una descrizione preliminare dei “diari” di Renato Poggioli, denominazione domestica con cui si indicano sedici faldoni di materiali perlopiù manoscritti, conservati tra le carte dello studioso e riuniti sotto il titolo comune di “Libri Mastri”. I documenti hanno carattere eterogeneo, e lo stesso Poggioli oscillava nel definirli (“diario”, “libro mastro”, “giornale”, “zibaldone”). Databili approssimativamente tra la fine del 1943 e l’inizio del 1947, i materiali includono sia il vero e proprio “diario” in cui Poggioli racconta le proprie esperienze e impressioni di soldato arruolato nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale (1943-1945); sia una folta serie di note e appunti su libri e saggi critici, e riflessioni letterarie, politiche, filosofiche di più ampio respiro. La relazione intende offrire una prima presentazione dei documenti, descrivendoli dal punto di vista archivistico e illustrandone i temi più frequenti e significativi.
Stefano Fumagalli – Catholic University of the Sacred Heart

“Il giornale non d’un soldato, ma del mio io in uniforme”. Preliminary Notes on Renato Poggioli’s “Diaries”
The aim of this talk is to provide a preliminary description of Renato Poggioli’s “diaries”, here referring to sixteen folders mostly comprising handwritten material, preserved alongside the scholar’s papers and joined together in a unique collection under the title “Libri Mastri”. Because of its heterogenous nature, Poggioli himself used different definitions to refer to this compilation, such “diario” (‘diary)’, “libro maestro”, “giornale” (‘journal’), “zibaldone”. Written approximately between the late 1943 and the early 1947, these documents include both the actual “diary” where Poggioli provides an account of his experience as a soldier in the American army during World War II (1943-1945) and a collection of notes, focusing on literary, political, and philosophical issues. This presentation examines these documents from an archival perspective as well as in relation to their content.